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Tra testimonianza e memoria

Storie francesi di deportazione nei lager del Terzo Reich

 

Storie francesi di deportazione nei lager del Terzo Reich

Storie francesi di deportazione nei lager del Terzo Reich

 

Giovedì 2 febbraio 2017 

Giovedì 2 Febbraio presso la Sala degli Affreschi di Palazzo Toaldi,  dopo la proiezione del cortometraggio di Dennis Dellai “Testimoni della Memoria – Mauthausen, per non dimenticare”, due nostre amiche di Grigny, Raymonde Rogow e Claude Aubertin, ci hanno raccontato due storie. Sono testimoni indirette della Shoah e della deportazione nei campi di concentramento nazisti. Le loro parole ci hanno consentito di avere un osservatorio privilegiato sulla ferocia nazista in Francia, rendendoci consapevoli della dimensione europea dell’occupazione e dominazione tedesca nel corso della 2^ Guerra Mondiale. E, soprattutto, le loro parole sono state per noi una lezione di vita.

Il padre di Raymonde era ebreo; fu preso in una retata a Parigi, dove abitavano, e, dopo essere stato tenuto per tre mesi  nel campo di Drancy, fu inviato in Lituania con il convoglio n. 73. Un convoglio atipico, poiché tutti quelli che partivano da Drancy andavano ad Auschwitz. I detenuti, infatti, partirono volontariamente per la Lituania pensando che, volgendo ormai la guerra – era la primavera del 1944 – a sfavore dei nazisti, effettivamente si andasse in un campo di lavoro. In quel convoglio c’erano anche il padre e il fratello di Simone Weil, donna di grande cultura e di importante statura politica che è stata anche presidente della Comunità Europea, e nessuno di loro tornò dai campi della morte. Per il padre di Raymonde, che aveva 33 anni, il giorno della morte è lo stesso della data di partenza del convoglio 73 dalla stazione di Bobigny,  il 13 maggio 1944, come per tutti gli uomini partiti con lui. Degli 878 uomini, giovani e validi, deportati, solo 14 fecero ritorno. Pur avendo consultato gli archivi dei campi di prigionia in Lituania, Raymonde non ha potuto rintracciare il luogo, né le circostanze della morte del padre.
Ci ha raccontato anche la fuga rocambolesca della madre e di come lei e la sorella siano state nascoste in provincia, delle difficoltà del dopoguerra e dei tradimenti subiti da parte di alcune persone francesi: i collaborazionisti c’erano, ed erano la maggioranza… Ma nel suo racconto non ci sono state parole di vendetta. Raymonde ha sottolineato che non combatte le persone ma le idee e che la sua vendetta, oggi, è di avere avuto due figli e cinque nipoti: dunque la sua vendetta è la vita, che ha vinto sulla barbarie nazista.

Claude ha narrato la vicenda della madre, comunista, partigiana nell’FTP, tradita da alcuni francesi, arrestata e condannata a morte. Rimase per alcuni mesi in prigione a Fresnes mentre il compagno veniva arrestato e fucilato al Mont Valérien (Parigi). Venne poi deportata nel campo di Romainville e poi, nell’aprile del 1943, partì per il campo di Ravensbruck, vicino a Berlino. Era un campo di deportate politiche provenienti dai diversi paesi occupati dai nazisti, costrette a lavorare nella fabbrica d’armi all’interno del campo. La madre di Claude, sfinita dalla vita dura del campo, dalle angherie delle kapò tedesche, finì con l’ammalarsi. Nel corso di uno dei tanti appelli – costretta a restare in piedi per ore nella neve quasi nuda – stava per soccombere (le donne che cadevano a terra nel corso di questi appelli, venivano inviate ai forni crematori o fucilate). Fu sorretta da una kapò che la salvò con quel gesto e le permise di inviare alcune lettere a casa ed anche un ritratto a matita, fattole da una detenuta, e che Claude conserva gelosamente. Claude ha sottolineato che porta con orgoglio il nome di battaglia della madre – Claude in francese è un nome maschile, ma anche femminile – e che le vicende della madre l’hanno spronata ad impegnarsi socialmente e politicamente nel corso della sua vita per promuovere una cultura di pace e fratellanza tra i popoli e per vigilare, perché tutto questo può succedere ancora (ed è già successo non lontano da noi, per es. a Tusla in Bosnia nel recente conflitto dei Balcani).

Nel corso della serata Andrea Rampon ha contribuito a creare l’atmosfera con il suo sax soprano, eseguendo alcune musiche Klesmer e il canto dei partigiani francesi.

Raymonde e Claude durante il loro soggiorno nella settimana della Memoria hanno incontrato più di un migliaio di studenti e circa 650 persone nel corso di conferenze e iniziative:

  • Lunedì 30 gennaio a Schio, Scuola Media “Il Tessitore”, tutte le classi
  • Martedì 31 gennaio a Thiene, Teatro Comunale, tutte le scuole superiori
  • Mercoledì  1 febbraio a Schio, Liceo N. Tron, classi quinte
  • Giovedì 2 febbraio, Scuole medie di Villaverla e Montecchio Precalcino
  • Sabato 28 gennaio, conferenza ad Arsiero presso il Municipio
  • Domenica 29 gennaio, incontro a Thiene con la cittadinanza presso il Teatro Comunale
  • Lunedì 30 gennaio, conferenza a Lugo Vic.no per la cittadinanza.
  • Martedì 31 gennaio, conferenza a Zugliano per la cittadinanza.
  • Giovedì 2 febbraio, conferenza a Schio presso la Sala degli Affreschi, palazzo Toaldi Capra, per la cittadinanza.

 

Articolo del Giornale di Vicenza del 3-2-2017

Incontro a scuola in memoria della Shoah

SCHIO. In occasione della Giornata internazionale della memoria, la scuola media “P.Maraschin” dell’istituto comprensivo “Il Tessitore” ha proposto agli studenti un faccia a faccia con due figure d’eccezione, venute appositamente da Parigi, per raccontare la loro storia personale e famigliare di testimoni indirette della Shoah. Davanti ad una platea attenta e partecipe di giovani della scuola, le signore Raymonde Rogow e Claude Aubertin hanno riportato alla memoria le vicende personali che le videro, assieme alle rispettive famiglie, vittime della persecuzione nazista. 
L’iniziativa è stata possibile grazie alla pluriennale amicizia che intercorre tra le città di Schio e la cittadina francese tramite l’Associazione “Amici di Schio – Grigny” ed il Comune. Grazie a questa collaborazione, ieri sera alle 20.30 a palazzo Toaldi Capra si è svolto l’incontro “Tra testimonianza e memoria” con protagoniste sempre le due rappresentanti francesi. È stato inoltre proiettato del cortometraggio “Testimoni della memoria. Mauthausen, per non dimenticare” del regista Dennis Dellai. Ingresso libero

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